La figura del bue ha attraversato la storia della civiltà umana lasciando tracce nei campi della cultura, dell’agricoltura, dell’arte e, soprattutto, delle tradizioni. In Piemonte, in particolare, ha avuto un ruolo centrale in certe comunità rurali che hanno reso questa produzione tipica e tradizionale.
Simbolo di forza e maestosità, il bue ha assunto grande importanza come animale destinato alla produzione di carne pregiata che viene celebrata sopratutto in occasione di varie fiere. La “Fiera di Sua Maestà il Bue Grasso” di Moncalvo e la “Fiera del
Manzo e del Bue Grasso” di Nizza Monferrato ne sono un esempio: anno dopo anno queste manifestazioni si sono trasformate in vere e proprie kermesse di buongustai alla ricerca dei “mitici tagli di gran bollito misto alla piemontese”.
In questo periodo, macellerie, ristoranti, gastronomie, punti vendita tra Astigiano e Monferrato vanno a gara per proporre ai consumatori, sempre più gourmet e gourmand, i 7 tagli, i 7 ammennicoli e le 7 salse (bagnèt) di questo invidiabile piatto che nel periodo risorgimentale ha stregato per la sua bontà addirittura Vittorio Emanuele II e Rosa Vercellana “la bela Rusin”.